Riprendersi il futuro, restare in Calabria a lavorare. Luciano Monti all’Itt Malafarina.

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Da sin. Domenico Agazio Servello e Luciano Monti

Restare in Italia, restare in Calabria, lavorare in settori davvero utili oltre che affascinanti, ad esempio la valorizzazione delle dimore storiche. Mettere a frutto quel pozzo di petrolio sul quale siamo seduti senza saperlo – in termini di patrimonio paesaggistico-culturale – anziché emigrare o puntare solo e sempre sul posto pubblico (che non c’è quasi più). Questa una delle riflessioni più interessanti arrivate dalla conferenza di questa mattina a Soverato (Cz) tenuta all’istituto tecnico tecnologico “G. Malafarina” da Luciano Monti, professore di politica dell’Unione europea alla Luiss Guido Carli e autore del libro Ladri di futuro – La rivoluzione dei giovani contro i modelli economici ingiusti.

Un best seller nel quale lo studioso esamina il divario generazionale che separa i baby boomers nati tra gli anni ’40 e ’60 dai venti-quaratenni di oggi, definiti “lost generation”, generazione perduta, in termini di sicurezze sociali come ad esempio reddito, prospettive di impiego e pensionistiche, fiducia nel presente e nel futuro, qualità della vita e dell’ambiente. Un divario misurabile e che cresce sempre più, che Monti ha spiegato a una piccola folla di studenti e di pubblico nell’ambito di uno dei suoi tre incontri calabresi (alla tappa soveratese seguiranno Paola e Castrolibero).

“Sto girando l’Italia intera anche in base alle richieste e alla sensibilità dei dirigenti scolastici. Ringrazio quindi il preside Domenico Servello per avermi invitato”, ha osservato Monti, che ha dialogato a lungo con i ragazzi, subito dopo la presentazione, sul senso del suo saggio, dal quale sono scaturite come iniziative collegate il concorso nazionale per gli studenti della scuola secondaria “Riprendiamoci il futuro” (qui info e bando on line) e il festival dei giovani “Noi siamo il futuro”.

La platea degli studenti Itt Malafarina

La soluzione proposta è una nuova sostenibilità integrata, una rivoluzione sia socio-economica che fiscale, che abbia come base di partenza il riequilibrio delle politiche di welfare a favore delle generazioni “derubate”. Un welfare attivo che preveda più risorse e corsie preferenziali per misure smart di inserimento professionale, come ad esempio l’alternanza scuola-lavoro. “Insieme con il Miur e l’associazione nazionale dimore storiche (Adsi) abbiamo trovato un accordo che soprattutto a Sud potrebbe rappresentare un’ottima chance per gli studenti in alternanza scuola-lavoro, nel campo della custodia e valorizzazione dei beni”, spiega Monti. “Oggi più che mai occorre riscoprire i forgotten jobs, cioè i lavori dimenticati, o imparare gli unknown jobs, quelli sconosciuti. Pensiamo al settore restauro, progettazione e recupero dei beni, o al turismo culturale, esperienziale e religioso: qui abbiamo capitale naturale e storico-arstistico da vendere, siamo seduti sopra il petrolio”, conclude Monti, annunciando la prossima firma del protocollo insieme alla Fondazione Bruno Visentini. Un percorso, quello dell’alternanza, già abbracciato dall’istituto tecnico diretto da Servello, che ha in serbo un progetto di prossima approvazione grazie al quale l’istituto si potrà autofinanziare una reale alternanza scuola-lavoro, oggi resa un po’ teorica dagli alti costi da sostenere, solo in minima parte coperti dal contributo ministeriale.

Teresa Pittelli

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