Soverato ed “ex” mercato Cimarosa, quattro domande per gli amministratori.

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Un cittadino-lettore attento e da sempre impegnato in città torna di nuovo sull’argomento del mercato coperto “Cimarosa” (dal nome della via), la struttura del quale è stata appena assegnata dal Comune in locazione a un imprenditore del settore supermercati; a riguardo il sindaco Ernesto Alecci ha già annunciato la probabile dislocazione delle attività di vendita diretta produttore-consumatore di prodotti alimentari, storicamente svolta in quella sede, in un’altra zona dello stesso quartiere in modo da creare un’area ortofrutticola a kilometro zero, dove a vendere siano realmente i produttori-coltivatori dei prodotti. Dislocazione che avverrà una volta chiarito quante delle attuali attività del mercato coperto troveranno spazio nel nuovo punto vendita commerciale. Assicurazioni che però evidentemente non soddisfano chi, come il firmatario della seguente lettera, chiede certezze e dettagli in più, a circa venti giorni dalla seduta di apertura delle buste nella quale è stato dichiarato il vincitore della gara per la locazione dell’immobile (la società Rifugio srl di Massimo Paoletti, ndr). Di seguito la lettera con quattro domande per gli amministratori.

*Continua una certa ambiguità sul mercato dei prodotti ortofrutta dei produttori locali a via Cimarosa, nella città di Soverato. Chiusa la pratica per l’assegnazione della struttura a un esercente locale per il supermercato, non si hanno informazioni chiare e precise sul prosieguo dell’attività ortofrutticola.
Si leggono le ipotesi più stravaganti. Tutte sommerse sotto una una pioggia di condizionali e di “si vedrà, si farà, è possibile che, l’attività dovrà”…

Chiacchiere e fumisterie. Ora sono mesi che andiamo ripetendo la stessa cosa. E ci permettiamo di chiedere ancora una una volta all’assessore alle attività produttive e vicesindaco Pietro Matacera, all’assessore ai lavori pubblici Daniele Vacca e al sindaco Alecci:

1) se sono stati individuati e predisposti i locali per lo svolgimento dell’attività ortofrutticola;

2) se questa proseguirà senza soluzione di continuità rispetto a quella attuale;

3) se resterà, come è ovvio che debba essere, gestita autonomamente e direttamente dai produttori, senza intermediari e sovrastrutture di alcun genere che farebbero solo lievitare i prezzi;

4) se resterà nell’area attuale o nelle immediate vicinanze, ma non inserita in punti vendita estranei alla tradizione del mercato di Soverato.

Sono quattro domande semplici. Bastano altrettante semplici risposte per dare a tutti le necessarie sicurezze e impedire che vada disperso un altro piccolo elemento distintivo del patrimonio identitario di Soverato.

*Pino Nucera

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