Fidapa Soverato, “Nel segno di Dodò” l’evento che chiude il mandato della presidente Roberta Ussia.

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Una giornata di memoria, impegno civile e culturale ai massimi livelli, con la partecipazione dei rappresentanti dello Stato, dei ragazzi delle scuole e dei genitori di Domenico Gabriele, vittima di mafia a soli 11 anni. E’ questo l’evento voluto dalla presidente della Fidapa Soverato, Roberta Ussia, come ultimo atto del suo mandato 2023-2025 che termina oggi. L’incontro, promosso da ELSA Catanzaro, si è tenuto martedì scorso al teatro comunale di Soverato alla presenza di Giovanni e Francesca Gabriele, i genitori del piccolo Dodò, che hanno offerto ai presenti una testimonianza commovente, di grande resilienza e impegno civico.

Aveva solo 11 anni Domenico Gabriele, quando la sera del 25 giugno del 2009 due sicari fecero irruzione sul campetto di calcio dove stava giocando a pallone nella contrada Margherita periferia nord di Crotone. Dovevano uccidere un giovane della mala locale, Gabriele Marrazzo. Decisero però di esplodere cinque colpi di un fucile a pallettoni sulla folla, ferendo a morte Dodò, che si trovava lì soltanto per giocare una partita di calcetto, la sua grande passione. Dopo tre mesi tra la vita e la morte Dodò morì il 20 settembre. Da allora i genitori, invece di ‘seppellirsi’ nel dolore, hanno deciso di portare ovunque la loro lezione di civiltà e speranza, per ribadire a tutti i giovani di “stare lontani dalla malavita, di vivere pienamente come non ha potuto fare il loro bambino, di crescere nei valori della legalità”.

A dare il loro contributo di impegno e memoria sono stati Castrese De Rosa, prefetto di Catanzaro, Salvatore Curcio, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, che ha ripercorso le tappe del processo, vissuto in prima persona, fino all’ergastolo ostativo per i due assassini, Pasquale Mandolfino, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Catanzaro e segretario Anm Cz, Giovanni Pellegrino, comandante provinciale Arma dei Carabinieri, Andrea Romeo, docente Umg, Giuseppe Borrello, presidente Libera Calabria, Daniele Vacca, sindaco di Soverato, Saverio Morello, moderatore dell’incontro e presidente dell’associazione degli studenti universitari Elsa Catanzaro e, a fare gli onori di casa, Roberta Ussia, presidente Fidapa, da sempre impegnata per la diffusione della cultura della legalità.

E se il prefetto De Rosa ha illustrato numeri preoccupanti, tra interdittive e sciogliementi comunali, che testimoniano la presenza mafiosa nella società calabrese, ricordando però che la ‘ndrangheta è presente in molte regioni del Centronord, il colonnello Pellegrino ha proposto un torneo di calcio in ogni scuola in memoria di Dodò. Borrello ha invece ricordato il libro Al posto sbagliato di Bruno Palermo per sfatare la credenza che la mafia non uccida i bambini (sono 108 i minori rimasti uccisi da agguati mafiosi) e le donne, mentre Mandolfino ha ribadito l’azione dell’Anm in prima linea per “fare memoria”. Romeo ha insistito sulla forza della collaborazione tra istituzioni culturali come l’Umg e le altre istituzioni, per diffondere la cultura della legalità. Un messaggio rilanciato da Morello che ha posto l’accento sull’importanza di far conoscere questa storia alle nuove generazioni.

Un’idea ha messo d’accordo tutti i presenti: non era Dodò a trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma i suoi assassini, Vincenzo Dattolo e Andrea Tornicchio. “Non è un posto sbagliato un campo di calcio, ricordatevelo ragazzi, e sappiate che siete voi la nostra forza”, hanno concluso Giovanni e Francesca Gabriele, tra molti occhi occhi lucidi di commozione e tantissime domande da parte dei ragazzi. All’incontro hanno preso parte, in rappresentanza delle forze dell’ordine, anche il capitano Gianluca Gidaro, comandante della Compagnia Carabinieri di Soverato, il tenente di Vascello Paolo Amato, comandante della Guardia Costiera di Soverato, il tenente Pierangelo Friolo, comandante della Guardia di Finanza di Soverato, il luogotenente Salvatore Simeone, comandante Stazione Carabinieri Soverato e il luogotenente Luigi Morello, comandante Sezione Radiomobile Soverato.

Teresa Pittelli

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