Showdown, la sentenza: 14 anni a Fiorito Procopio. Condanne più miti rispetto alle richieste del pm

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Tribunale di Catanzaro

Pene meno severe rispetto alle richieste del pm Vincenzo Capomolla nel dispositivo della sentenza appena letto dal collegio del tribunale di Catanzaro nel processo scaturito dall’indagine Showdown sulle cosche del soveratese. Quattordici anni di reclusione per Fiorito Procopio, 12 anni e sei mesi per Michele Lentini e Maurizio Tripodi, gli esponenti ritenuti al vertice della cosca soveratese Sia-Procopio-Tripodi per i quali il pm aveva chiesto 24 anni di reclusione. Condanne più miti rispetto alle pene richieste anche per altre posizioni di rilievo come quella di Davide Sestito, condannato a 11 anni di reclusione. I giudici del collegio del tribunale di Catanzaro, presieduto da Giuseppe Valea, hanno condannato a dodici anni di reclusione Alberto Sia e a dieci anni Antonio Gullà. Molte sono state anche le assoluzioni rispetto alle quattro che aveva chiesto il pm: assolti ad esempio Pasqualino Greco, Giuseppe Pileci e Mario Sica imputati di associazione mafiosa, così come assolti sono stati Giuseppe Agresta, Giovanni Nativo, Liotta Vincenzo, Salvo Gregorio Mirarchi e Christian Pirelli, imputati a vario titolo per reati diversi dal contesto associativo, e che andavano dallo spaccio di stupefacenti al furto.

Confermate le assoluzioni per Teo Sinopoli, Massimo Procopio, Saverio Mirarchi e Giandomenico Rattà, già chieste dal pm, che erano imputati di abuso di ufficio. Dopo due anni di dibattimento nell’aula bunker del Tribunale di Catanzaro è stata appena pronunciata, dunque, la tanto attesa sentenza sulle cosche di ‘ndrangheta che avevano assunto il comando nel soveratese negli anni scorsi, causando anche una lunga scia di morti nella cosiddetta “faida dei boschi”. Del collegio difensivo fanno parte, tra gli altri, gli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Sergio Rotundo, Giovanni Caridi, Saverio Pittelli, Maurizio Belmonte, Domenico Calabretta, Attilio Matacera, Armodio Migali e Gregorio Viscomi.

Teresa Pittelli

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