“Calabrotte di ieri, Calabresi di oggi”, a Girifalco si parla della donna e la sua terra

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“Calabrotte di ieri, Calabresi di oggi – La donna e la sua terra”: un’iniziativa riuscita e partecipata. Ricca di spunti. Densa di significati. Per la storia di Dora, la protagonista di “Ti ho vista che ridevi” scritta da Lou Palanca e raccontata da Nicola Fiorita con alcuni brani del libro letti da Chiara Cristofaro. Per il messaggio lanciato da Angela Robbe, presidente di Legacoop Calabria. Per la toccante testimonianza di Elisabetta Grande, titolare di un’azienda agricola biologica. Per la speranza di una terra che può farcela così come ribadito dal consigliere regionale, Arturo Bova. Per le riflessioni degli assessori Elisa Sestito, Valeria Tolone e del presidente del Consiglio, Elisabetta Ferraina. Per la gradita ed attiva partecipazione degli studenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado accompagnati dalle insegnanti. Per l’arte declinata in molte forme grazie agli spazi espositivi curati da Maria Francesca Ferraina, Dorotea Li Causi, Luisa Maragnani, LG Creazioni, Le Pacchiane, Aeffecreations di Angela Maria Feroleto, Ilaria Vitaliano e Belle Epoque. Per la partecipazione di Pro Loco, Associazione Teatro Popolare, ECOcentrica, Il Grillo Parlante e Fv Music in the World. Per la musica di Maria Migliazza e Saverio Fodaro. E per il pubblico che numeroso ha partecipato ad un incontro di idee, esperienze e racconti fatti di donne, vissuti da donne.

girifalcoSono stati questi gli ingredienti della manifestazione “Calabrotte di ieri, Calabresi di oggi – La donna e la sua terra” che si è tenuta, nei giorni scorsi, nei locali del Complesso Monumentale. La manifestazione, promossa dal Comune di Girifalco, è stata segnata da molte emozioni. Dal racconto del libro fatto da Nicola Fiorita, uno dei componenti del collettivo “Lou Palanca”, alle esortazioni alle donne calabresi di Angela Robbe, presidente Legacoop. Passando per la toccante storia di Elisabetta Grande e la sua grande capacita di ricominciare in una terra difficile “scelta”, nonostante tutto, anche dalla giovane figlia. Un intervento, quello dell’imprenditrice, che ha molto colpito Arturo Bova, consigliere regionale e presidente della commissione contro la ‘ndrangheta, che dal pubblico ha voluto spronare la donna a crederci ancora. A lottare. Perché qualcosa sta cambiando. Soddisfatte per la riuscita della manifestazione si sono dette le giovani amministratrici comunali. L’assessore alla Cultura, Elisabetta Sestito, intervenuta ad inizio lavori, ha voluto parlare alle donne girifalcesi: “Il mio pensiero e ringraziamento va a voi donne di Girifalco che, tra mille difficoltà, riuscite tutti i giorni a gestire famiglia e lavoro dimostrando abnegazione e dedizione”.

L’assessore al Bilancio, Valeria Tolone, si è, invece, soffermata sullo spirito dell’iniziativa che, traendo spunto dal libro di Lou Palanca, ha voluto ripercorrere il fenomeno dell’emigrazione femminile verso il Nord Italia. A tirare le somme del dibattito è stato, invece, il presidente del Consiglio comunale, Elisabetta Ferraina. “Ci salvano gli altri, sempre. È questa la lezione di questo bel romanzo “Ti ho vista che ridevi”. Gli altri, quelli a cui non pensiamo, quelli che non andiamo a cercare, quelli di cui sappiamo poco o niente. Quando stiamo per perderci, per esaurire le forze, loro arrivano e ci riportano al mondo, lo ribadisce nella prefazione Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, il quale ci invita ad accogliere a braccia aperte i nostri salvatori: tante etnie si sono perdute perché si sono isolate, molte invece hanno fatto dell’accoglienza il punto di forza e, forse, la salvezza della nostra terra è legata a questo messaggio di apertura verso lo straniero, con questa prospettiva si dovrebbe guardare all’immigrazione oggi, che va interpretata come risorsa soprattutto in quei territori del Sud Italia destinati allo spopolamento.

Dominante – ha proseguito Elisabetta Ferraina – è anche il concetto di ritorno alla terra e alle origini per affermare la propria identità. Una storia di lotta sul territorio che va intesa come bene comune, perché la salvezza della terra non è mai un processo individuale ma collettivo. Quando Elisabetta Grande tra le prime donne a fondare un’azienda biologica in Calabria, ricomincia, tante volte nonostante i vili atti subiti che umiliano tutto il territorio calabrese, lotta non per se stessa ma per la collettività così come il lavoro svolto da Angela Robbe accanto agli imprenditori calabresi, affinché la buona economia prevalga sul malaffare, restituisce alla società un valore aggiunto universale che solo le donne riescono a dare. Ci sono tante donne (dall’agricoltura alla politica) – ha concluso – che ogni giorno coltivano impegno, coraggio e amore per la terra nonostante operino in un contesto in cui è facile demotivarsi visto che esistono persone che fanno della distruzione il loro obiettivo di vita. Visto che è nel degrado che acquistano forza e potere ed lì in quel momento che è necessario fare rete, ricercare insieme il bene comune attraverso i bellissimi esempi femminili proposti nel corso di questa manifestazione. Perché se è vero che ci salvano gli altri – come scrive Carlo Petrini nella prefazione del libro – è anche vero che a salvarci sono storie come queste”.

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