Estate 2015: vivere intensamente le emozioni e poi lasciarle andare senza rimpianti. Impariamo dai bambini…

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Benedetta Caira

Te lo ricordi quando acchiappavamo le ranocchie? 

Immagino tra un decennio mia figlia e il suo amico bergamasco -lei poco meno e lui poco più di sette anni- tornare con il ricordo a questi splendidi giorni di vacanza. Entrambi liberi di fare quello che gli va, di disporre di questa natura incantevole, di correre senza vestiti, circondati da cani e gatti. Pomeriggi trascorsi a ridere a crepapelle e a raccontarsi storie, unici abitanti bambini di un regno chiamato Cielogreco e dunque sovrani. In questo loro attendersi, sorridersi, sfiorarsi c’è in embrione l’amore, qualcosa più vicina all’amicizia con in più quel piacere ingenuo di stare vicini. Di giocare ancora e ancora. Di fare merenda insieme con un bicchiere di latte e i biscotti preferiti di lei. Di aspettare con ansia che lui torni dalla spiaggia.

“Non è come le altre bambine” ha confessato lui alla madre. “Con le altre non è divertente giocare come con lei”. I loro occhi pieni di luce e le loro risate sono uno spettacolo. La sera acchiappano le ranocchie con un bicchiere di plastica e le mettono nella cesta delle bocce. Una pratica che richiede molta pazienza e prevede urla e schiamazzi. Roba da bambini, insomma. Li osservavo distrattamente, concentrata più sull’opportunità di contenere i decibel che sul resto. Poi ho sbirciato in quella cesta e ho compreso il loro stupore: cinque ranocchie di diverse misure e sfumature di verde. Stavo per cedere alla tentazione di fotografare per poi socializzare ma per fortuna ho desistito. Trasformandolo in una foto da condividere avrei sottratto a quel momento la sua magia. Ricordare, ha tutto un altro fascino perché i dettagli sono sfumati e si rimane in bilico, tra ciò che è stato e ciò che forse è stato. Oggi è il giorno dei saluti, si torna a casa. Si prospettavano lacrime e musetti malinconici. E invece mezz’ora dopo eccoli tutti e due sorridenti, concentrati su altri giochi e altri progetti. Un’altra lezione che bisognerebbe imparare dai bambini: vivere intensamente le emozioni e poi lasciarle andare. Senza rimpianti.

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