La camera approva: dieci vaccini obbligatori per legge. Le tante domande che restano senza risposta.

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vaccini obbligatori
Foto da gruppo fb "Uniti per la libera scelta"

E così un decreto legge ritenuto per molti versi incostituzionale è diventato legge: da pochi minuti la Camera ha approvato a larga maggioranza il provvedimento sui vaccini obbligatori. Che data storica il 28 luglio 2017. Era da venti anni che non si collegavano le vaccinazioni alla frequenza scolastica. Mentre l’esclusione da un giorno all’altro dei bambini dalle scuole per alcuni ha un po’ il sapore di quella del settembre 1938. Riassumendo: da 0 a 6 anni niente asilo e materna se non si è vaccinati, a seconda dell’anno di nascita, con 9 vaccini (che salgono a 10 per i nati dal 2017 in poi). Vale a dire l’esavalente contente antipolio, antidifterite, antitetano, antipertosse, antiemofilo e antiepatiteB (quest’ultimo controverso dopo la condanna per corruzione dell’allora ministro della salute De Lorenzo che intascò tangenti dalla Glaxo), più il trivalente antimorbillo, rosolia e parotite (cosiddetto “mpr”), più anti-varicella per i nati 2017. Fortemente consigliati, ma non obbligatori, rimangono gli antimeningococchi B e C, antirotavirus e antipneumococco. Da 6 a 16 anni scuola sì ma con multe fino a 500 euro all’anno, più eventuale segnalazione al Tribunale minori (quest’ultima possibilità esiste sempre anche sotto i sei anni).

Inascoltate le proteste di centinaia di migliaia di genitori scesi in ogni piazza d’Italia e da giorni in presidio sotto il sole davanti al parlamento, perplessi per le modalità e i tempi di questo decreto sui vaccini obbligatori. Desiderosi di spiegazioni e rassicurazioni in merito agli studi, alle sentenze, alle segnalazioni all’Aifa, ai documenti che mettono in relazione vaccinazioni indiscriminate e aumento del rischio di disturbi anche gravi e gravissimi nei bambini. Rassicurazioni mai arrivate. Del resto in molte comunità esistono ormai casi conosciuti e indennizzati dal ministero, bambini di cui si conosce la storia e la famiglia, bambini che nella lotta quotidiana, loro e dei loro genitori, per avere una vita dignitosa, in tanti di noi hanno tutti i giorni sotto gli occhi. Certamente esistono sentenze, come la recente Cassazione sull’antipolio Sabin, che non riscontrano nesso causale con il disturbo (in questo caso l’autismo). E molti studi che escludono correlazioni tra vaccini e patologie di vario genere, come la temuta Sids, la morte in culla del bambino.

Il problema però non è quello della bontà e necessità, storica e attuale, delle profilassi vaccinali. Il problema è che per persone dotate di un po’ di senso critico è proprio difficile tapparsi occhi e orecchie. E ignorare il modo vergognoso in cui il sistema politico-mediatico ha creato slogan e appellativi (provax, antivax) che hanno diviso un popolo intorno a disquisizioni accademico-scientifiche, anziché badare alla lesione dei diritti costituzionali di tutti; la stampa che ha censurato la portata epocale della protesta, cancellando ogni opinione contraria (basta guardare questa trasmissione su Rai1 con il dottor Maurizio Proietti che parlava di pericolosità delle vaccinazioni di massa e il presidente della Sip che si dichiarava contrario all’obbligo, una trasmissione oggi impensabile, dopo solo quattro anni); il bullismo con cui esperti legati in vari modi al mondo della farmaceutica insultano e denigrano questi genitori, invitandoli nel migliore dei casi “a non informarsi più” e “rivolgere domande solo al pediatra”, anziché cercare di rispondere alle domande nel merito; l’incredibile fretta pur in assenza di epidemie per tutte le malattie contro cui si è scelto di obbligare; il ricorso alla decretazione d’urgenza e alla fiducia alla Camera per approvare – in estate e a tamburo battente – una legge di così ampie implicazioni per la vita di migliaia di persone, che avrebbe richiesto ben altro dibattito parlamentare e consenso nel paese; le tremende fake news della ministra della salute Lorenzin, dai 200 morti di morbillo in Inghilterra all’immunità di gregge per il tetano ai timori dei turisti stranieri di andare a Gardaland; le punizioni esemplari per chi rifiuta di partecipare alla sperimentazione di massa del nuovo piano vaccinale, tra multe salate e rischio segnalazione al tribunale dei minori.

Ma perché una figura importante come Ferdinando Imposimato insiste sul fatto che questa legge sia incostituzionale e che sia legittimo disobbedirle (ieri in questo post segnala la sentenza della Corte Costituzionale stesa a suo tempo dall’indimenticato Aldo Corasaniti e segnalatagli dal figlio Giuseppe, ora magistrato in Cassazione)? Perché la relazione della commissione parlamentare di inchiesta sull’aumento dei tumori e altre patologie nei militari ha concluso inserendo anche le vaccinazioni tra le concause, raccomandando analisi e anamnesi pre-vaccinali, vaccini monodose e in numero massimo di cinque per evitare le conseguenze negative sulla salute emerse dal rapporto Signum del professor De Nobili? Sul caso un’ampia inchiesta de La Repubblica intitolata Vaccinati a morte (che forse oggi non troveremmo sulle pagine dello stesso quotidiano?) secondo cui “dal presidente dello Sbarro Institute di Philadelphia, il noto infettivologo Giulio Tarro, arrivano conferme: vaccinazioni troppo ravvicinate, anamnesi insufficienti e confezioni multidose possono essere all’origine delle morti o delle gravi malattie dei militari”. Ma come, si raccomandano cautele per i militari e per i bambini invece no? E perché si dimentica che i più suscettibili all’attuale recrudescenza di malattie infettive come il morbillo sono i non-immunizzati, cioé i giovani 20-30enni che non hanno avuto la malattia da piccoli, e si insiste solo sulla vaccinazione dei bambini, pari al 15% circa della popolazione? E gli altri? E la categoria degli operatori sanitari e scolastici, fondamentale per fare un passo avanti nel cosiddeto effetto gregge, dal momento che medici e infermieri sono tra i principali contagiati (e veicoli) di malattie infettive (circa il 10% dei casi di morbillo), e gli insegnanti sono ogni giorno a contatto con i bambini? I bimbi immunodepressi saranno davvero protetti dall’esclusione dei loro coetanei sani dalle scuole, nel momento in cui un altro bimbo può essere comunque no responder o contagioso perché appena vaccinato (varicella), o portatore di virus e batteri non prevenibili con vaccino? Nessuno lo sa perché il dosaggio dei titoli anticorpali pre-vaccino, e dell’avvenuta immunizzazione post, non è che sia molto incoraggiato attualmente dal sistema.

Tante le domande che restano senza risposta. Affossate dall’ossequio a un accordo politico e a una propaganda mediatica quasi militare. E adesso? Si salvi chi può? I genitori di bambini che hanno già avuto gravi reazioni saranno costretti a ritentare la sorte? E gli esitanti, quelli che hanno paura, si convinceranno a suon di emarginazione sociale, multe e spauracchio tribunale dei minori? O continueranno a informarsi, a restare uniti, non rinunciando a capire e far valere il diritto umano di essere pienamente consapevoli e convinti nel compiere un atto medico sul corpo dei propri figli? L’unica certezza è che la coercizione becera di Lorenzin e compagni, a pochi mesi dalla loro caduta  – a questo punto si spera – nell’oblio, non aiuta a dissipare dubbi e paure sulle vaccinazioni imposte “a pacchetti Glaxo”. Anzi non fa che aumentarli.

E pensare che nessuno, anche tra coloro che hanno già subito danni irreversibili da vaccino per i loro bimbi, mette in dubbio la validità del concetto di profilassi vaccinale. La meravigliosa invenzione dei vaccini e le sue vittorie storiche. Nessuno. Quello che si mette in dubbio, da parte della maggior parte dei genitori che conosco, è la coercizione su un numero così ampio di vaccini, il diktat sul timing così stringente per la loro inoculazione e i richiami nel primo anno di vita, l’esclusione da un giorno all’altro dalle scuole, la negazione del principio di cautela per soggetti a rischio. Tutto qui. Ai medici ancora dotati di coscienza e Scienza (intimoriti dalle radiazioni dall’ordine ma ancora disposti a pensare autonomamente), alle mamme e ai papà, ai rappresentati delle istituzioni che credono nelle libertà costituzionali, il compito di difendere i più deboli, cioé i bambini, dagli opportunismi e dalle incapacità della politica, da chi non ha capito che non è così che si porta avanti la salute, il progresso e il benessere di una comunità.

Teresa Pittelli

6 COMMENTS

  1. Grazie mille per aver ospitato il mio commento. Quello che dici ha senso, ma io mi chiedo anche che ruolo abbia nel confronto con gli altri paesi il fatto che siamo tra gli ultimi come copertura vaccinale. E’ possibile che in Italia abbiamo un deficit culturale per il quale in assenza di un obbligo di legge non siamo in grado di fare scelte razionali in autonomia? D’altronde, anche prima della legge che sanziona il mancato uso delle cinture di sicurezza non le utilizzava quasi nessuno, e invece adesso è prassi diffusa (con tutto quello che ne consegue in termini di maggiore sicurezza sulle nostre strade). Un ulteriore esempio potrebbero essere la legge sull’uso del casco. Tutto questo senza nemmeno considerare che questi due esempi mancano delle esternalità positive che contraddistinguono un’ampia copertura vaccinale.

    • D’accordo ma casco e cinture non hanno effetti collaterali anche gravi e reazioni avverse anche irreversibii. Dunque il principio di cautela (primum non nocere) andrebbe contemperato alla necessità di copertura vaccinale di massa.

      • Capisco il tuo punto, ma mi sembra più formale che sostanziale. Dopo averci pensato un po’, devo ammettere che non mi hai convinto.Se c’è una cosa che il metodo scientifico ci insegna è che bisogna ignorare episodi che sono possibili, ma avvengono con probabilità trascurabile. Questo è il consenso scientifico che è emerso da decenni di studi internazionali, e sinceramente, non essendo un tecnico del campo, non mi azzardo a proporre soluzioni in contrasto con l’evidenza scientifica. Quindi, ben venga uno stato paternalista, che riconosce i limiti culturali di una società e cerca di colmarli. Concordiamo tutti che sarebbe meglio, come nel nord Europa, che le vaste coperture vaccinali non vengano imposte, tuttavia rebus sic stantibus…

  2. Bell’articolo, grazie mille. Quindi, secondo te le ragioni vere dietro la legge sono solo di interesse economico?

    • Ciao. Per l’opinione che mi sono fatta ritengo che le ragioni siano più complesse: sicuramente anche impegni internazionali che l’Italia ha preso nel 2014, in trasferta negli Usa con Renzi&Lorenzin%Pecorelli (allora presidente Aifa subito dopo saltato per gravi conflitti di interesse sui farmaci), come “capofila per le strategie e le campagne vaccinali nel mondo” 2015-2019. Alias: abbiamo vinto il premio dei “primi della classe”, e sarebbe un danno di immagine presentarci a consuntivo, nel 2019, con il focolaio di morbillo. Da questo a essere il primo paese a testare, con dieci vaccini obbligatori e quattro raccomandati, le strategie globali (che includono la progressiva tentazione verso coercizione come in California), ci si mette magari in mezzo anche altro. Il peso finanziario delle grandi ditte farmaceutiche produttrici delle combinazioni di vaccini previsti come obbligatori dal decreto, sia sulla politica italiana sia sulla ricerca, anche accademica, è stra-noto. Dunque un cocktail di circostanze che a mio avviso hanno portato a una decretazione d’urgenza inopportuna. Per adesso la coercizione per così tanti vaccini rimane esclusa negli altri paesi Ue che hanno per metà zero obbligatori e per l’altra metà circa tre obbligatori, nonostante sia stata proposta in Francia (ma non credo che passerebbe liscia, senza discussione alla camera e in agosto come da noi), ed è stata espressamente bandita in Svezia. E’ un tema davvero complesso e spinoso! Un saluto.

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