Mgff: un trionfo per Maccio Capatonda, stasera red carpet per Philippe Leroy.

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Trionfo per il caustico Maccio Capatonda premiato ieri sera al festival con la colonna d’oro.

Prossimi al gran finale del Magna Grecia Film Festival edizione 2015, con l’atteso verdetto della giuria per la pellicola vincitrice, e a poche ore dalla proiezione dell’ultimo film in concorso Senza nessuna pietà del regista Michele Alhaique, dell’arrivo sul palco di Philippe Leroy, il famoso Yanez de Gomera nello sceneggiato televisivo Sandokan e dell’omaggio al creatore di E.T. il grande Carlo Rambaldi previa la presentazione pomeridiana del libro Una vita straordinaria di Victor Rambaldi e Il pinocchio di Carlo Rambaldi, si cominciano a tirare le somme di quella che è stata la kermesse calabrese del cinema italiano per eccellenza. Ieri intanto grande successo di pubblico con il film-verità di Alessia Scarso Italo. La giovane regista alla sua prima fatica nella direzione di un film, dopo diverse esperienze nella sceneggiatura, ha spiegato durante la conferenza stampa il perché di una produzione che nasce e si sviluppa sulla storia vera di un cane randagio che arriva a Scicli, in Sicilia, in un momento particolarmente difficile per i fatti di cronaca che riempivano i giornali in quel periodo, e che riguardavano proprio il fenomeno del randagismo.

Assieme a Gianvito Casadonte, ideatore e direttore artistico della manifestazione delle opere prime, la Scarso (colonna d’oro al festival) ha presentato in anteprima al pubblico del Magna Grecia Film Festival, l’eccezionale cast di un’opera prima che tale non sembrerebbe per la qualità del lavoro. Marco Bocci; Elena Radonicich; Vincenzo Lauretta; Martina Antoci e Leo Gullotta, oltre a Barbara Tabita e la produttrice di film, Roberta Trovato (queste ultime due presenti nell’arena Monicelli), i protagonisti di una storia che evidenzia appieno il rapporto cane-paese e che insegna come la sensibilità di un cane, Italo sulla scena, Tomach nella vita, riesce a fare diventare l’uomo più umano. Ad anticipare la proiezione del film e arricchire la serata sul palco di Piazza Brindisi, altri momenti importanti della serata quali, ad esempio, l’ingresso sul palco del Coisp, capitanato dal segretario regionale Giuseppe Brugnano, che calpesta il red carpet insieme a dodici sagome in divisa pugnalate alle spalle. “Questa nostra presenza stasera – ha spiegato Pugliano – vuole rappresentare una protesta per le tante promesse disattese dei nostri politici.  Tutti i governi da sempre in campagna elettorale dicono di essere amici delle forze di polizia, ma subito dopo la consultazione tutto ciò che promettono cade nel dimenticatoio, pugnalandoci alle spalle e lasciandoci soli”.

Un appello accorato quello di Brugnao, che lascia poi spazio a momenti più leggeri quali la presenza sul palco dell’idolo del momento, Maccio Capatonda. Una nuova colonna d’oro del Magna Grecia Film Festival, consegnata a un talento che Casadonte definisce “incredibile” e che viene donata con l’auspicio di risultati sempre più alti. Sul palco, intervallato da cortometraggi e dalla presenza di Giorgio Iovino e dal giovane Lazotti, l’autore del libro Maradona. Il sogno di un bambino, Stefano Ceci. L’autore, che nel corso degli anni ha seguito un percorso doloso, fatto anche di droga e problemi di sovrappeso proprio come il suo idolo, stimolato da Gianvito Casadonte, ha dichiarato: “Volevo diventare amico di Armando Maradona e alla fine, grazie anche all’intervento di Ciro Ferrara, ci sono riuscito. Vivere in simbiosi con lui, emulandolo sia per le cose belle che per quelle brutte, è stato per me essenziale”. Una forza innata la sua, e un rispetto che ha mantenuto anche nei momenti più bui del campione argentino, mai abbandonato neppure nei giorni della malattia. “Questo non era possibile. In quei giorni potevo decidere di chiudere la porta e andare via, o restare. Io ho deciso di restare e di mantenere quella porta ancora aperta”.

Antonietta Bruno (foto Antonio Raffaele)

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