“Nessuno vuol fare il pm a Reggio Calabria”. Quattro posti, zero domande. L’allarme di Cafiero de Raho.

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cafiero de raho
Federico Cafiero de Raho

Ci sarebbero ben quattro posti liberi per ricoprire l’incarico di sostituto procuratore a Reggio Calabria, ma non è arrivata nessuna domanda, così come nessuna richiesta ci sarebbe per i ventuno posti liberi all’interno del distretto giudiziario. Lo ha spiegato il procuratore capo Federico Cafiero de Raho al Fatto Quotidiano, in questo articolo ripreso stamattina dall’Huffington Post. Secondo l’allarme lanciato dal procuratore, nessuno vuole fare in magistrato in questa zona della Calabria, presto si potrebbe prospettare una paralisi delle attivitità. Proprio in una delle zone di frontiera della lotta alla ‘ndrangheta, l’organizzazione mafiosa più potente del mondo.

Cafiero de Raho ha anche ipotizzato alcune soluzioni al problema, da leggere come spunti di lavoro e riflessione per il Ministero della giustizia e il Csm. puntando principalmente sulla previsione di incentivi per i magistrati che scelgono di venire in Calabria. Anche perché se è vero che le carenze di organico colpiscono molti uffici di tribunali e procure in tutta Italia, è altrettanto vero, sostiene il procuratore, “che se mancano cinque magistrati a Milano non è la stessa cosa che se mancano a Reggio Calabria”.

Il magistrato ha anche concesso un’intervista ad Avvenire, nella quale ha parlato dell’effetto “Gomorra” dopo il successo delle rappresentazioni televisive e cinematografiche della criminalità organizzata e delle mafie. “Si può raccontare il male in tv, ma solo se le persone hanno avuto una formazione”, ha detto Cafiero de Raho, insistendo sull’importanza di far capire alle persone, in particolare ai giovani, che “il mafioso non è libero e il suo destino è solo il carcere a vita o la morte”. Secondo il procuratore reggino il rischio è di far vedere “solo la camorra forte e non quella sconfitta, mettendo in ombra chi, coraggiosamente, ha dato la vita per dire no alle mafie, per amore dei suoi figli e della propria terra”.

(fonte Huffington Post)

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