Nido di Seta festeggia dieci anni e sale in cattedra al Disu Unical

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Da sin., Giannantonio Scaglione e Cristina Orso Manzonetta parlano agli studenti al DiSU Unical

L’azienda catanzarese scelta come fornitore da Gucci si racconta agli studenti

Il Disu Unical si apre al territorio invitando realtà industriali di successo, a partire da pratiche tradizionali e antichissime, a tenere lezioni agli studenti che siano anche dimostrazioni pratiche di quanto la Calabria abbia da offrire tra storia, cultura e voglia d’impresa. È questo il significato dell’incontro Il ritorno alle antiche pratiche: facciamo seta in Calabria, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici nell’ambito di un ciclo di seminari di Storia economica e sociale dell’età moderna. All’incontro hanno partecipato Katia Massara, docente di storia contemporanea, Giuseppe Squillace, ordinario di storia greca e delegato orientamento, placement e terza missione del Disu, e Giannantonio Scaglione, professore di storia moderna che ha avuto l’idea di far vivere ai suoi studenti un’esperienza laboratoriale, facendo loro ascoltare dal vivo il testimonial prescelto: la Cooperativa Nido di seta di S. Floro (Cz). Una realtà nata nel 2013 dalla voglia di due ragazzi, Domenico e Miriam, di tornare in Calabria e recuperare antiche tradizioni del territorio come la gelsibachicoltura, e arrivata oggi a fornire la seta a una maison di alta moda come Gucci.

“La nostra è stata una pratica di ritorno in Calabria. Miriam è cresciuta al nord, come anche io che mi sono aggiunta dopo, mentre Domenico si è laureato a Napoli, ma tutti sentivamo il fascino e la nostalgia dei racconti dei nostri nonni”, ha spiegato Cristina Orso Manzonetta (Nido di Seta) alla platea attenta e curiosa degli studenti raccolti in aula Alcaro. “Sabato scorso abbiamo festeggiato dieci anni dalla nascita della cooperativa. Sono stati anni di fatiche, di momenti duri, ma oggi possiamo dire di avere tanti sogni per il futuro”, ha raccontato Manzonetta. Che ha illustrato al pubblico il ciclo di vita del baco, sostenuto da oltre 3000 piante di gelso e allevato in azienda secondo le tecnologie più innovative, ma mantenendo al tempo stesso la filiera tradizionale e home made. Un vero miracolo che non a caso ha richiamato sulla piccola azienda del catanzarese l’attenzione di Gucci, che l’ha scelta per il suo progetto nature positive “From the ground to the collection”, in virtù della straordinarietà della sua produzione 100% made in Italy, anzi made in Calabria. Il professor Scaglione ha ricordato ai suoi studenti – che al termine della presentazione hanno potuto toccare, affascinati e incuriositi, i bozzoli, i filati e vari strumenti di produzione – quanto la produzione della seta sia parte della storia e della cultura calabrese già dal XII secolo e quanto preziose siano testimonianze come questa per far conoscere pratiche di recupero del passato che rappresentano anche una strada per il futuro.

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