Orlando a New York e il suo “angelo custode”, la mamma ringrazia Mons. Bertolone.

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Mons. Bertolone
Don Iannuzzi tra mamma Cosmina e Orlando
Mons. Vincenzo Bertolone

“Grazie a Mons. Bertolone Orlando ha accanto un angelo che non lo lascia un istante”.

C’è una figura che volutamente è rimasta nell’ombra nella favola di Orlando Fratto, il trentacinquenne volato da Soverato a New York per un’intervento che gli ha salvato la vita, dopo che il suo sarcoma all’addome era stato ritenuto inoperabile in Italia. La sua voglia di vivere, la determinazione della sua famiglia, la solidarietà della sua gente, della Regione Calabria e di tante persone in Italia e all’estero gli hanno permesso di raccogliere buona parte dei fondi necessari alla costosissima operazione effettuata circa un mese fa dal dottor Kato Tomoaki al Presbyterian Hospital di New York. Ma adesso che Orlando si trova oltreoceano in riabilitazione, con tanta strada, esami clinici e terapie da affrontare, spunta un altro benefattore che mamma Cosmina vuole ringraziare di cuore: sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Bertolone, vescovo metropolita della diocesi di Catanzaro-Squillace e presidente della Cec, conferenza episcopale calabra.

A lui si deve, infatti, il permesso accordato a don Alessandro Iannuzzi, parroco di Satriano e grande sostegno morale di Orlando, di lasciare la parrocchia per stare accanto al giovane sin dalla partenza, durante l’operazione e anche adesso che il ragazzo ha bisogno di forza e supporto per andare fino in fondo nella sua battaglia per la vita. “Quando gli ho chiesto se fosse possibile assecondare la richiesta di Orlando di avermi con sè Mons. Bertolone non ha esitato un attimo e mi ha detto di stare tranquillo, di fare la carità accanto a Orlando da quel momento in poi. Allora io ho lasciato tutto e sono partito”, racconta don Iannuzzi. Un’esperienza di vita molto forte, in cui il parroco del piccolo borgo arrampicato sulle colline del basso ionio ha passato ogni istante accanto al giovane infermo.

“Abbiamo vissuti momenti molto pesanti, dal viaggio di andata in cui Orlando era davvero provato a quelle interminabili quattordici ore dell’intervento chirurgico in cui avevamo perso la nozione del tempo”, rievoca padre Iannuzzi dalla casa fuori Manhattan dove si trova con Orlando e mamma Cosmina, ospiti di un suo compaesano di Cardinale (Cz) che ha messo generosamente a disposizione la sua abitazione, memore anche delle sofferenze della moglie, deceduta qualche anno fa proprio di tumore. Monsignor Bertolone nel frattempo ha provveduto subito alla cura pastorale temporanea della parrocchia di Satriano (Cz), inviando un sacerdote vicario che sta sostituendo don Iannuzzi nel pastorato della comunità. Comunità ancora una volta solidale nel vivere di buon grado questa situazione. “Io ringrazio con tutto il cuore Mons. Bertolone non solo per la disponibilità e l’amorevolezza con cui ha detto subito sì, senza tentennamenti, quando sono andato a portargli la mia richiesta di stare accanto al ragazzo – continua don Iannuzzi – ma anche per come continua a sostenere questa missione pregando e sperando per Orlando con un cuore di padre”.

Un ringraziamento che Cosmina, la mamma coraggio di Orlando che tanto ha lottato per aiutare il figlio in questa impresa senza mollare un secondo, tiene tanto a sottolineare insieme a tutta la famiglia Fratto. “Grazie Sua Eccellenza per il dono di don Iannuzzi accanto a mio figlio ogni giorno, insieme a noi nelle sofferenze e nelle speranze, nei momenti di lotta e in quelli di quiete”, dice Cosmina. E la routine del terzetto corre veloce tra trasferimenti al Presbyterian per visite ed esami clinici in attesa che cominci la terapia, manage domestico e infermieristico per curare Orlando, momenti di raccoglimento e preghiera. Chi è che comanda in casa? “La signora Cosmina: mi cumanda a bacchetta!” è la battuta di don Alessandro per sdrammatizzare. Maggio, mese della Madonna e di tutte le mamme. Maggio, mese di speranza. Ora è tempo per Orlando e i suoi accompagnatori di cercare un’abitazione dentro Manhattan per stare vicino all’ospedale durante le pesanti terapie in arrivo. Gli affanni continuano, quindi, ma come Cristo ha avuto chi si è caricato la sua croce di stazione in stazione, anche Orlando, grazie al vescovo Bertolone, ha trovato il suo Cireneo.

Teresa Pittelli

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