Ospedale di Soverato: incontro pubblico tra retorica e aspettative deluse.

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*Voglio raccontare come ho vissuto il consiglio comunale aperto del 3 febbraio al Teatro Comunale per indisponibilità della Sala Consiliare. L’argomento all’ordine del giorno era il futuro del presidio ospedaliero cittadino. Si prefigurava, quindi, un consiglio comunale impegnato in una grande discussione di politica, direi con la P maiuscola. Finalmente, dopo mesi di inerzia o, a voler essere generosi, di ordinaria manutenzione, si sarebbe affrontato un tema rilevante per il futuro non solo del nosocomio, ma anche di tutti i cittadini. Grande attesa, dunque, peccato che le aspettative siano state completamente disattese.
Sono state trascurate da tutti coloro che sono intervenuti nel corso dei lavori. In particolare sono state ignorate dal commissario straordinario Giuseppe Perri. Egli ha illustrato con dovizia di particolari la situazione attuale. Come spesso fanno i tecnici o gli esperti, anche il commissario ha saputo fare un’analisi puntuale e precisa sulla situazione, specificando cosa prevedono oggi i decreti già approvati e che stanno per diventare operativi.

Ha concluso la sua dotta esposizione affermando che per un il futuro si augura di migliorare, anzi creare un rapporto di fiducia con i cittadini. Ha tenuto anche a precisare che lui è un commissario e che a ben altre persone, vedi ad esempio il governatore Oliverio, spetta la lettura della situazione e la conseguente decisione politica. Per riepilogare: saprei cosa fare, ma non spetta a me decidere! Sono poi intervenuti alcuni politici e consiglieri regionali i quali hanno meglio specificato la situazione attuale in tutta la Regione. Il filo conduttore del loro discorsi può ricondursi secondo me a una grande lezione di retorica che, partendo dall’articolo 32 della Costituzione (la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo) è proseguita con “la salute bene comune” e “tutti vogliamo una sanità migliore” per finire con “non si può scherzare con la salute dei cittadini”.

Molti intervenuti hanno fatto spesso riferimento all’Ospedale di Lamezia, dimenticando di sottolineare che lo stesso è collocato in un Comune che decenni orsono ha attuato un provvedimento che aveva dell’incredibile allora. Ha messo in pratica, cioè, un provvedimento che va sotto il nome di “fusione dei comuni”. Con una lungimiranza degna di veri politici (questi sì con la p maiuscola) hanno saputo canalizzare le sinergie di tre precedenti comuni ed avere una nuova realtà con maggiore peso politico, il peso politico di circa 71.000 cittadini. Con questo numero (o uno molto vicino) l’ospedale di Soverato farebbe immediatamente un salto di categoria e non si parlerebbe più di un posto letto in più o meno, di un parto in più o in meno, di cura dimagrante di qualche reparto, ma di una nuova realtà; decisamente un altro film (visitare l’ospedale di Lamezia per dimostrazioni pratiche). Per l’ospedale di Soverato dovrebbero partire immediatamente i lavori di ampliamento e potenziamento.

Consentite, infine, una ciliegina sulla torta. Il presidente del consiglio comunale, nell’autorizzare gli interventi degli ospiti e del pubblico, assegnava a ognuno di essi il tempo di tre minuti. I politici e consiglieri regionali intervenuti, dimostrando immenso rispetto del padrone di casa, dissertavano sui loro interessi di bottega per un tempo infinitamente superiore (il quintuplo almeno). Penso che il rispetto dovuto al consesso avrebbe dovuto dissuadere gli illustri ospiti dal dare un esempio del cattivo politico, cioè di colui che non ha riguardo per la sede e la realtà in cui si trova e per l’argomento da discutere.

*Mario Luzzi, segretario regionale Partito Pensionati Calabria

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