Ospedale Soverato, nuove direttive: Perri rassicura, ma chiudono ostetricia e laboratorio analisi.

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MuccariOltre venti sindaci presenti alla riunione di ieri sera nella sala consiliare di Soverato per chiedere chiarimenti ed esprimere le esigenze dei territori rispetto agli atti appena emanati dal commissario alla sanità (decreto 64 del 5 luglio) e dall’asp catanzarese (atto aziendale). Ma la riunione, pur dopo un’ampia discussione, non sembra aver lasciato soddisfatti molti dei presenti, che valuteranno nei prossimi giorni le nuove iniziative da intraprendere, tanto di interlocuzione politica quanto di eventuali proteste, che siano giudiziarie o di “piazza”. Questa la situazione alla luce della relazione del dg Perri sugli ultimi atti normativi: l’ospedale di Soverato “non chiuderà perché è prevista la sua permanenza come presidio generale, e di questa affermazione mi prendo la responsabilità”, ha premesso il direttore. “Ma ci sono due strutture complesse che purtroppo secondo il decreto Scura diventeranno semplici, senza autonomia direttiva”, ha ammesso Perri ( e dunque – in termini spiccioli – “chiuderanno”): il punto nascita di ostetricia e ginecologia, sotto i 500 parti chiesti dalle linee guida nazionali per garantire il mantenimento, e il laboratorio analisi. Due super-presidi-fiori all’occhiello che attualmente garantiscono afflussi e prestazioni record per tutto il basso ionio e la locride, il cui previsto stop non è stato preso bene dalla maggior parte dei presenti.

Per quanto riguarda gli altri reparti, Perri si è “fatto vanto” di aver ottenuto l’accoglimento da parte del commissario Massimo Scura “della maggior parte delle osservazioni formulate per “correggere” il decreto 30″, decreto che a marzo aveva suscitato la levata di scudi dei sindaci e dei cittadini. E quindi il pronto soccorso che quel decreto aveva declassato a semplice sarà invece “semplice dipartimentale”, vale a dire con una sua autonomia e un suo direttore, pur non inquadrato come primario di u.o; stessa cosa per anestesia, radiologia e pediatria, mentre chirurgia e ortopedia restano strutture complesse; ci saranno otto posti letto per riabilitazione, sei di lungodegenza, il mantenimento della struttura di cardiologia.

“Non siamo stati immobili, dobbiamo rispondere a un quadro normativo nazionale e commissariale che ha ridisegnato le reti assistenziali dividendo gli ospedali in hub, spoke e generali, quadro nel quale l’ospedale spoke di Lamezia Terme deve avere la sua importanza”, ha chiarito Perri. “E’ ormai superato il concetto dell’ospedale che fa tutto per tutti, con le nuove reti l’infartuato va portato a Lamezia per avere presto un’angioplastica o un by pass orto-coronarico, transitando eventualmente per l’ospedale periferico solo per la stabilizzazione; allo stesso modo per l’ictus ci sono le stroke unit specialistiche come Vibo”, ha esemplificato Perri. “Certo resta il problema dell’ostetricia che nel decreto 64 diviene struttura semplice senza posti letto – ha concluso – annessa alla struttura complessa di Lamezia”. Perri ha annunciato un piano di investimenti in macchinari e tecnici per la radiologia e un prossimo piano assunzioni per “reclamare le risorse in grado di garantire quello che lo stesso commissario ha previsto”.

LetoUna difesa del lavoro fatto, condotta al solito con pacatezza e garbo, che però non ha assolutamente convinto i primi cittadini, pur con un riconoscimento da parte del sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, “della disponibilità del dg che ci mette la faccia mentre il nostro obiettivo deve essere ora l’interlocutore politico regionale”. Riconoscimento a parte, via via anzi è montata la rabbia e la tensione in alcuni sindaci, come Leo Procopio, sindaco di Montauro, che ha finito per litigare col direttore sanitario asp Carmine Dell’Isola sulla riorganizzazione della nefrologia da Procopio considerata “irrazionale, con duplicazioni e incongruenze tra Soverato, Chiaravalle e il territorio asp”. Duplicazioni e incongruenze che i servizi territoriali e ospedalieri sembrano presentare anche in altri comparti.  “Che ce ne facciamo di questa cardiologia già potentissima a Germaneto, è una cosa assurda e clientelare! – ha sbottato ad esempio Michele Drosi, sindaco di Satriano e presidente Anci piccoli comuni – quando invece il laboratorio analisi con oltre un milione di prestazioni all’anno ci viene chiuso, e lasciato intatto a Soveria Mannelli che ha numeri nettamente inferiori?”. Accorato e indignato l’intervento di Giuseppe Leto, sindaco di S. Caterina e ginecologo dell’ospedale soveratese. “Un nosocomio senza punto nascita ha le ore contate e senza laboratorio analisi è chiuso di fatto, non prendeteci in giro”, ha esclamato Leto, passando a una disamina di carenze e inefficienze nelle quali “l’ospedale da mesi è lasciato arrabattarsi, tra ascensori rotti e mancate sostituzioni di chi va in ferie o maternità”.

“E’ un film che purtroppo ho già visto nel mio Comune – ha commentato Mimmo Donato, sindaco di Chiaravalle – ricordando che la Casa della salute, con prenotazioni che arrivano fino a dicembre, “ha bisogno di essere davvero ottimizzata e territoriale altrimenti non funziona né Chiaravalle né Soverato”. Di “disservizio palpabile” e “smantellamento silenzioso” ha parlato Pino Ussia, sindaco di Guardavalle e operatore dell’ospedale soveratese, ricordando la tragica situazione della radiologia dove le prenotazioni sarebbero praticamente ferme, mentre Concetta Stanizzi, sindaco di Stalettì, ha chiesto certezze su un ps che d’estate triplica l’utenza. Pasquale Muccari, medico e primo cittadino di Squillace, ha chiarito che il confronto già avuto in comitato ristretto non ha sortito risposte sufficienti. A parte le rassicurazioni e giustificazioni di sistema di Perri e Dell’Isola, che oggi incontreranno nuovamente Scura, il dubbio dei sindaci è che i criteri di mantenimento o chiusura delle strutture negli ospedali calabresi non rispecchino le effettive esigenze territoriali e l’effettiva produttività dell’ospedale. “Perché nell’ultimo paesino del cosentino il laboratorio analisi rimane struttura complessa e noi che serviamo 100 mila utenti che si triplicano in estate chiudiamo?”, è la domanda di Procopio che rimane in sospeso. E alla quale molti cittadini vorrebbero una risposta.

Teresa Pittelli

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