Tranquilli clientes! L’analisi di Giancarlo Pittelli su “rimborsopoli”

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giancarlo pittelli
Giancarlo Pittelli

Tranquilli clientes!

Non è accaduto nulla di grave, d’irreparabile, di eccezionale. Nulla che possa mettere in discussione o pregiudicare le prerogative che vi spettano e che avete conquistato sostenendo i bravi politici eletti per amministrare la cosa  pubblica a vostro e loro esclusivo vantaggio. Che cosa volete che rappresenti l’esito di un’indagine penale che coinvolge gran parte della struttura politico-amministrativa della Regione?

D’altra parte i consessi elettivi di tutte le regioni d’Italia non sono rimasti immuni dalle accuse di illegalità diffusa nella gestione di fondi destinati ad attività volte al perseguimento di fini pubblici. E, dunque, mal comune mezzo gaudio! E perché mai, davanti a quel ben di Dio, i nostri avrebbero dovuto resistere alle tentazioni e passare, magari, anche per idioti?

Tranquilli clientes! Non cambierà nulla, si tratta solo di un incidente di percorso che verrà presto dimenticato ( complici le lungaggini processuali), con la ripresa delle normali attività di ciascuno. La Calabria non è terra di perdurante indignazione, non è luogo di reazioni, di ribellione civile: è terra di rassegnazione (di molti) e di connivenza (vostra). Le attività cui attendete quotidianamente sono solo sospese “ per neve”, per l’impraticabilità momentanea dei vostri consueti percorsi: presto potrete riprendere le vostre abitudini, partecipare agli appalti taroccati, ottenere indebite prebende, conseguire inimmaginabili riconoscimenti per i vostri figli (d’altronde sono i migliori), i quali troveranno collocazioni più o meno “ etiche” ed illusorie; affollerete le segreterie di “quellichesannofarepolitica” e che sono buoni politici perché intercettano il consenso procurando il soddisfacimento dei vostri interessi particolari, a discapito di quelli della collettività.

Tranquilli, nessuno metterà in discussione ciò che avete conquistato. Tornerà tutto come prima. E tutto ciò avverrà mentre la nostra terra precipita sempre più velocemente, arretrando di decenni anziché progredire, soffrendo invece di godere delle sue stesse risorse incredibili. La società calabrese – ma chissenefrega – affonderà. E le generazioni future rimarranno senza prospettive di alcun genere, derubati del loro patrimonio di speranze da voi e dai vostri prescelti. Insieme avrete raggiunto effimeri traguardi, ponendo a carico dei vostri figli il prezzo della vostra miseria.

Giancarlo Pittelli

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Teresa Pittelli
Giornalista professionista, già redattrice di ItaliaOggi, ho collaborato con La Stampa, MF, Diario, CalabriaOra, Il Garantista, Regione Calabria. Moglie & mammax4, ho unito la professione-reporter e l'impegno familiare alla passione per le lettere e la letteratura. Obiettivo: offrire corretta informazione, confronto e racconto nei settori dell'istruzione (scuola e università) e della cultura.

6 COMMENTS

  1. Gentile Teresa,
    l’analisi dell’avvocato Pittelli è generica e sommaria, anche ironica, ha ragione Lei, banalmente ironica, aggiungo io.
    Senza metterci a fare l’analisi del testo, è evidente che il tono dell’avvocato è sanzionatorio e canzonatorio insieme: quando si riferisce ai “bravi politici” che i Calabresi avremmo votato, per esempio, o quando giudica la Calabria come “luogo di non reazione” e di “non ribellione civile”, fino a consentirsi anche il tono epico della chiusa “Insieme avrete raggiunto effimeri traguardi, ponendo a carico dei vostri figli il prezzo della vostra miseria”.
    Al “prezzo della miseria” a carico di quei figli di cui oggi si preoccupa, l’avvocato, già onorevole e senatore, avrebbe dovuto pensare quando, eletto dal popolo calabrese, si è accomodato in quei gloriosissimi scranni, senza concretizzare nulla per la sua poverissima Terra.
    Il suo pulpito, quindi, non è assolutamente adatto per la sua predica e pertanto, ripeto, un dignitoso silenzio sarebbe stato più consono e coerente alla situazione! A meno che, impunemente, si pensi che i lettori siano un gregge indistinto e belante, dalla memoria corta e senza il minimo senso di discernimento!
    Mi creda, ho vibrato d’indignazione, e ho dovuto/voluto dire la mia. Magari servirà, chissà… Non vorrei mai che l’avvocato Pittelli, o chi per lui, sia davvero legittimato a pensare che, oltre che collusi e imbelli, siamo pure un popolo di stupidi!
    Per quanto mi riguarda, l’argomento si chiude qua.
    Grazie a Lei per lo spazio e l’attenzione.

  2. Gentile Cristina,
    quel “Tranquilli clientes!” dell’avvocato Giancarlo Pittelli a me non è sembrato rivolto a tutti i calabresi, bensì proprio a un sistema che noi tutti proviamo sulla nostra pelle a combattere, scardinare, cambiare, spesso fallendo, talvolta riuscendoci a costo di grandi sacrifici, e che è appunto il clientelismo sfrenato attraverso il quale si assegnano posti di lavoro e incarichi a ogni livello della pubblica amministrazione. In questo senso quella di Pittelli è un’analisi molto amara, anche un filo ironica, che a me però è piaciuta perché colpisce dritto uno dei grandi punti deboli della nostra Regione, ovvero l’assenza di meritocrazia nella selezione delle classi dirigenti e dei giovani che devono/possono restare in questa terra. Un saluto e grazie di leggerci e seguirci.

  3. Mi spiace molto che alla signora Cristina abbia dato questa impressione. Quando vorrà le darò conto della mia esperienza politica e delle ragioni per le quali non ho potuto svolgerla secondo le mie intenzioni. Quanto al “Razzi laureato” evito di risponderle per non scadere nella sterile polemica.

    • Buongiorno Avvocato,
      lei ha offeso moltissimi Calabresi! E io me ne sono sentita colpita e insultata!
      Il suo “Tranquilli clientes” addebita complicità e collusioni, connivenze e correità, inaccettabile! Quel “clientes”, urticante per i tanti Calabresi per bene, suona irridente, spocchioso, denigratorio. E la sua disamina sulla Calabria con il suo implicito “questo vi meritate!”, altrettanto.
      Lei è stato “lassù”: non ha fatto nulla per la nostra povera regione. Non ha il diritto di pontificare e un sobrio silenzio sarebbe più confacente.
      Non sono per nulla interessata alle sue ragioni del non aver “potuto”: lei aveva il dovere di “potere”! Esprimere oggi la sua fragilissima giustificazione è troppo facile: fuga dalle proprie responsabilità comodamente rimpannucciata in una non meglio identificata “impossibilità”. Ripeto, troppo facile!
      Si astenga perciò dal coinvolgerci TUTTI in una nebbia di correità e di malaffare che non ci appartiene e ami un po’ di più la sua Terra e i suoi Conterranei: se li conoscesse davvero, si stupirebbe delle loro virtù!

  4. A volte ritornano!
    Se non fosse scandaloso (che ritorni), ci sarebbe da commentare “Personaggetti!”, sorridendo con Crozza. Purtroppo, però, non si può sorridere! Pittelli, eletto dal popolo calabrese, non ci sembra che sia passato alla storia per nulla di serio, significativo, pregnante! Arrivato “lassù”, si è accomodato, incastonandosi silente e soddisfatto negli altri “onorevoli”. Concretamente, un Razzi laureato! Con una scorribanda, ci sembra di ricordare, nella regolamentazione della prostituzione: figuriamoci il senso della priorità e dell’essenziale per il Nostro!
    Che oggi chiosi e scriva, è inaccettabile e indecente! Se non ne è consapevole, è grave, se crede di averne il diritto, gravissimo!

  5. Condivido l’articolo, il male della Calabria sono i Calabresi!
    Un popolo che non ha coscienza dei suoi diritti e non ha consapevolezza dei suoi doveri è destinato alla schiavitù.

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