Torna il problema “pulizie” all’ospedale di Soverato e rsa di Girifalco. “Stipendi da fame e da due mesi neanche quelli”.

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La protesta dei lavoratori ad agosto 2015

“Stipendi da fame, più o meno sotto i 500 euro, e da due mensilità non vediamo neanche una lira”. E’ la denuncia dei dipendenti della Sgs, la ditta reggina incaricata delle pulizie all’ospedale di Soverato e alla rsa di Girifalco. “Circa trenta le persone che lavorano su Soverato, in condizioni non sempre agevoli dal momento che, con le due ore, due ore e mezzo al massimo di turno quotidiano per ciascuno, occorre farsi in quattro per garantire un livello decente di pulizia del nosocomio”, spiega Elisabetta Fruci, sindacalista della Filcams Cgil che segue da tempo questi lavoratori. In maggioranza donne, età media 35-40 anni, spesso con figli in età scolare da mantenere, con mariti a carico o separate. Questo l’identikit che Fruci disegna dei lavoratori Sgs, che stanno vivendo giorni di gravissimo disagio e attendono risposte urgenti dall’azienda e dall’asp. Prospettando un sit-in con striscioni davanti ai presidi ospedalieri lunedì 8 febbraio.

“Ho già scritto solleciti di pagamento all’azienda, all’asp di Catanzaro e alle direzioni sanitarie, in mancanza di risposte concrete saremo costretti lunedì ad appendere striscioni davanti all’ospedale e riunirci in sit-in”, annuncia Fruci, sottolineando la dedizione dei lavoratori nello svolgere il proprio delicato compito, ma al tempo stesso il loro stato di estremo disagio. “Quello stipendio serve loro per sopravvivere e non è giusto accumulare ritardi nelle mensilità senza certezze sul se e sul quando avverranno le liquidazioni”, continua Fruci. Ancora più delicata la situazione a Girifalco, dove ci sono pazienti psichiatrici o non autosufficienti che richiedono frequenza abituale nelle pulizie e nell’igiene dei loro spazi. “Da lunedì gli operatori della Sgs non saranno più disposti a rispondere a eventuali esigenze di sostituzioni e lavoro supplementare – chiarisce Fruci – se non riceveranno risposte sulle loro spettanze economiche dalle autorità competenti, in primis l’asp che è ente appaltante e che deve quindi vigilare”.

La situazione aveva già conosciuto momenti critici a luglio scorso, quando l’Sgs aveva chiesto la cassa integrazione con riduzione oraria “mettendo a rischio, secondo i sindacati e i dipendenti, la pulizia corretta e la sanificazione necessaria dei reparti e delle sale operatorie”. Anche in quel caso i lavoratori avevano protestato, con un sit-in del 4 agosto, trovando alla fine un dialogo con la ditta. Sono passati sei mesi. E sembra di essere punto e daccapo. A questo punto è urgente un’immediata risoluzione della vertenza, che risulta preoccupante e inaccettabile sia per i lavoratori che per gli utenti delle strutture ospedaliere.

Teresa Pittelli

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