La favola surreale di Stefano Bollani emoziona l’auditorium dell’Unical

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La musica abita nelle fiabe e in questa – popolata da un folletto sinuoso e da un musicista geniale – si fa narrazione. Il palco del teatro auditorium dell’Unical diventa uno scrigno illuminato e, complice l’acustica perfetta del catino di Arcavacata, riverbera note ed emozioni. Gli artefici di questa magia sono l’attrice e ballerina Valentina Cenni e il pianista Stefano Bollani, che restituiscono alla performance – inserita nel cartellone “Oltre la scena” – la genuinità e la freschezza del loro rapporto affettivo anche nella vita reale: un feeling che il pubblico avverte e apprezza. È una gioia palpabile quella de “La regina Dada”, felice esperimento di teatro canzone in cui un ruolo non marginale lo ha l’impianto visivo. Il tutto crea un amalgama che uno spettacolo a due voci non sempre restituisce.

“Raramente gli eretici hanno visto delle regine schierate con loro – spiegano i due autori nelle note di regia –. Ancor più raramente, si sono viste regine di impronta dadaista. In un solo caso, poi, si è avuta una regina insieme eretica e dadaista. E che ha come compagno di viaggio uno che usa la musica come un bruco userebbe un fungo per ripararsi dalla pioggia”. E allora ecco che la scena, impreziosita dalle luci di Luigi Biondi a evocare impalpabilmente le stranianti follie dell’universo Dada, offre, allo stesso modo, un riparo favoladadaper il pubblico in un martedì come tanti che si trasforma in favola. Spettatori in visibilio per Bollani, divulgatore tv e riconosciuto maestro del jazz moderno, e una lieta sorpresa quella della partner. Dopo le sue celebri incursioni nei territori radiofonici e televisivi, il sempre più poliedrico Bollani si lancia in un’avventura teatrale in cui debutta come autore, assieme a Valentina Cenni, e attore: il risultato è uno spettacolo surreale, intessuto di musica, che esplora i territori della creatività, al di fuori dagli schemi oppressivi del senso comune.

“La regina Dada” è in un certo senso una fuga, o meglio offre una via di fuga: “Sin da quando sono nato, penso alla morte. Poi cresco e continuo a temerla. Ne parlo continuamente, passo il tempo ad averne paura e a cercare di evitarla. Ci penso così tanto, alla morte, ma così tanto che alla fine mi convinco davvero che devo morire… e finisce che muoio. Una liberazione. Ora, un popolo fatto di gente così rischia l’estinzione”. Meglio affidarsi agli eretici, appunto. “Sopravviviamo grazie agli eretici, gente che la pensa diversamente. Lavarsi i denti è comunque un buon inizio di giornata. Su questo son d’accordo tutti, maggioranze e minoranze. Quindi la Regina Dada si lava i denti. E questo getta un’ombra sulla sua coerenza”.

Il resto è un divertissement che strizza l’occhio ai codici del Futurismo attraverso le avventure di una regina di fiaba, frenetica e assorta al tempo stesso, che si inoltra nel bosco delle avanguardie, dove incontrerà un Dio Pan depresso e intristito e altre creature fantastiche, frutto della sua stessa immaginazione, con cui dialogherà su passato, presente, futuro, vita, morte. La grazia e la fisicità di Valentina Cenni, il panorama sonoro creato da Francesco Giomi di Tempo Reale e le musiche composte ed eseguite dal vivo dallo stesso Bollani fanno il resto.

Benedetta Caira

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