Soverato: “Consigliere Severino show” al primo consiglio comunale (video)

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    La scena della prima assemblea consiliare del Comune di Soverato, dopo quella di insediamento del giugno scorso, se l’è presa tutta lui, Francesco Severino, segretario del Pd cittadino, spedito in consiglio da 356 voti che lui non manca mai di rimarcare, dopo che lo scorso anno era rimasto fuori. Personaggio che si ama o si odia, non conoscendo particolari diplomazie o mezze misure nel dire le cose e affrontare le battaglie, alla prima prova da consigliere Severino non ha smentito le aspettative. E fin dal primo momento ha dato filo da torcere ai suoi colleghi di maggioranza, buttandosi su ogni “palla gol” e non perdendosi neanche un’azione di gioco in quell’aula consiliare metafora di un campo di calcio (o di calciotto volendo essere più attuali!).

    Già dai primi minuti, su interrogazione della collega di Pd-Oltre Giusy Altamura, in merito alla navetta per Soverato Superiore, Severino si è subito messo in evidenza rubando palla al sindaco, Ernesto Alecci, che stava spiegando i motivi per i quali non ci sono soldi per appaltare il servizio all’esterno, e occorre aspettare il tempo di far fare l’esame di idoneità a un dipendente comunale che farà l’autista, presumibilmente entro l’inizio dell’anno scolastico. Trattandosi esattamente del suo campo, lui che alla Motorizzazione civile ha trascorso una vita, prima di essere ora comandato in Regione, nella segreteria del capo di gabinetto del suo amico Mario Oliverio, Severino è entrato direttamente in scivolata: “Non ce la farete mai in due mesi: se tutto va bene – ha spiegato – l’autista ce l’avrete per Natale”. E’ quindi è scattato il botta e risposta ironico tra Alecci e Severino, contrapposti sui banchi consiliari dopo mesi di accuse pesanti (da parte di Severino) e risposte sarcastiche (da parte di Alecci). “Vorremmo anche avvalerci di fondi comunitari ma nessuno meglio di lei che è all’interno delle strutture regionali sa come sono lunghi i tempi della Regione”, ha sferzato Alecci, invitando Severino a collaborare alla risoluzione della pratica vista “la sua competenza specifica nel settore”. Qui il consigliere ha tirato fuori uno dei leit motiv della serata (e si presume dell’intera consiliatura): “Io non indosso la maglietta di oppositore – ha sottolineato – ma faccio critica costruttiva per il bene di tutti”.

    Critica costruttiva che ha avuto qualche piccolo cedimento sul tema “nomine di staff” del sindaco, che Severino ha insistito non poter essere a titolo gratuito (come stabilito dal Comune per i due professionisti appena nominati, Antonio Pellegrino e Giampiero Girillo), avviando sul punto un vivace dibattito con la segretaria Mariagrazia Crapella e lo stesso primo cittadino. “Lei mi sta provocando! Lei che io l’ho messa in sella l’anno scorso permettendole di fare il sindaco – è esploso Severino all’indirizzo di Alecci – e non si è mai degnato di fare una telefonata (per chiedermi) come la penso!”.

    Chiaramente sul “uaterfront” gli scambi più accesi. Nel ribadire la contrarietà all’annullamento della delibera commissariale che interrompeva la gara per il restyling del lungomare, e il suo no al ripristino di una procedura che ha definito un “groviglio di illegittimità”, Severino si è trovato a esclamare ripetutamente: “Chi non vuole sentire se ne può uscire!” all’indirizzo della sala vociante, “Lei non m’interrompa!” all’indirizzo del capogruppo Christian Castanò, fino al mitico: “Penso di interpretare il pensiero dei tanti elettori che mi hanno votato”. Imperdibili gli scambi con il presidente del consiglio Francesco Matozzo, che con i suoi modi pacati è riuscito a mantenere serena la discussione anche nei momenti più agitati, nei quali il maresciallo Giuseppe Di Cello ha fatto un po’ la spola tra i banchi della maggioranza e quelli dell’opposizione. “Consigliere Severino!” è il richiamo di Matozzo diventato quasi un tormentone della serata, insieme all’invito a “stringere”. “Ma perché c’è un tempo?!”, la domanda stupita di Severino. “Eh sì…”, la placida replica di Matozzo, costretto a intervenire anche quando il consigliere ha gridato al vicesindaco Matacera: “Lei va sempre fuori dal seminato!”.

    Insomma, Severino in modalità consigliere comunale è già un personaggio, con i suoi modi di dire, le sue espressioni tipiche, la sua verve che non mancherà di stupire, scatenare reazioni, far arrabbiare i detrattori che lo prendono in giro per la schiettezza a volte poco controllata anche nel linguaggio, e suscitare invece consensi in chi gli è vicino e lo reputa un “duro dal cuore buono”. Sicuramente, cittadini, giornalisti e consiglieri, soprattutto di maggioranza, con Severino tra i banchi nelle sedute di consiglio comunale non si potranno più annoiare!

    Teresa Pittelli

     

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