La Calabria promotrice del referendum si ferma al 26% dell’affluenza al referendum sulla durata delle ricerche ed estrazioni di idrocarburi in mare, dato che la pone penultima in classifica dietro solo alla Campania rispetto a una media nazionale di oltre il 31%. Un dato davvero singolare – tra quelli in arrivo dal ministero dell’interno a urne chiuse ma scrutini ancora in corso – sul quale riflettere, in contrasto con quello di altre regioni proponenti come la Basilicata, che ha raggiunto il quorum (50,98%) e la Puglia intorno 42%. Soverato (Cz) in questo quadro si è distinta per la risposta democratica, con affluenza al 35,93%, un dato alto rispetto al contesto regionale, dovuto in gran parte al lavoro del Comitato no triv del Basso ionio, capitanato da Guerino Nisticò, Mimmo Commisso e Francesco Rotondo, e alla “spinta” dell’amministrazione comunale.
Un impegno che ha assicurato dieci punti in più di percentuale votanti in città, ma che non è riuscito a centrare l’obiettivo del quorum. “Quasi un terzo degli italiani ha votato, per la maggior parte sì, quindi non si potrà comunque fare finta di nulla da domani, ma occorre ascoltare milioni di cittadini che hanno espresso la loro volontà”, commenta a caldo Rotondo, ricordando che “dal governo si è fatto di tutto per invitare all’astensione, evitando l’election day e restringendo al massimo i tempi per la campagna referendaria”.
Quorum superato ad Amaroni, sopra il 50% trascinata dall’ex sindaco amaronese doc Arturo Bova, consigliere regionale e delegato per il referendum della Regione Calabria che ha guidato con convinzione la battaglia no triv. Percentuali sopra il 30% in molti comuni dell’Unione versante ionico come S. Andrea, S. Sostene, S. Caterina, Isca, Davoli e Satriano, così come a Squillace, Stalettì e Montepaone, mentre Gagliato supera il 36% insieme a Montauro.
Teresa Pittelli e Victoria Asturi
