Soverato e progetti di riqualificazione. Gigliotti: più apparenza o realtà?

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apparenza
Marisa Gigliotti, architetto

Recentemente assistiamo a un uso – abuso di termini che partono da concezioni di alto valore ma possono finire ad abbindolare un po’ il senso comune e conquistare consensi senza che se ne capisca il vero significato. Spesso sono termini anglosassoni e quindi si presentano in forma autorevole e a volte  poco comprensibile.  Lo stesso professore Francesco Sabatini, grande linguista e presidente onorario dell’Accademia della Crusca, in un recente incontro tenuto al teatro di Soverato ci ha spinto ad aprire gli occhi e a pretendere chiarezza.  Io mi riferisco ora, in generale, ad alcune parole ricorrenti usate a volte a sproposito: agricoltura biologica (bisogna capire se il produttore che declama questa caratteristica  ha la certificazione prevista per legge; solo pochi giorni fa è stata sventata una truffa di chi spacciava le cipolle comuni per cipolle di Tropea pretendendo un prezzo più alto); orti urbani o orti  familiari (bisogna capire se, oltre il fascino della parola richiamata e che attira le giuste aspettative di consumatori in cerca di prodotti genuini, è tutto in regola da un punto di vista amministrativo e legale).

Altro termine ricorrente e’ smart city, salvo poi vedere realizzata una costruzione in cemento armato e per giunta con il titolo di “Sport in pineta”. Per non parlare del termine waterfront che ormai interessa tutti i nostri litorali e in nome del quale passano le operazioni più disparate, con l’abbondare di superfici impermeabili e in asfalto in sfregio alle più elementari regole di riqualificazione ambientale e paesaggistica.  Per non parlare del termine abusato di green, nelle parole composte di green economy, green export, green expo ecc. Quasi che usare il termine “green” ci depuri da qualsivoglia sottintesa utilizzazione speculativa e impattante. Insomma valgono più le apparenze che la sostanza. In questa giungla il cittadino ha diritto a essere adeguatamente informato per orientarsi. Come fare? Ben vengano i dubbi, le osservazioni, la ricerca di saperi e il ricorso a chi senza fini di vantaggio personale vuole esplicitare un ruolo di orientamento e crescita culturale.

E per finire colpisce ancora la grande differenza tra le notizie che arrivano dai social network e la realtà. Da una parte c’è la leggerezza con cui si eludono passaggi, si promettono cose impossibili, si comunicano programmi di intrattenimento dettagliati e allettanti. Dall’altra parte bisogna ammettere l’esistenza di normative da rispettare, con cui fare i conti anche se il quadro complessivo della burocrazia scoraggia. Non si supera il problema ignorandole a priori. Di fatto eludendole si alimentano illusioni, si costruiscono castelli di sabbia, si va incontro a contenziosi. Salvo poi ricorrere a sanatorie o annullare quanto previsto, o comunque dare l’impressione che si “navighi a vista” piuttosto che con le coordinate certe che derivano da esperienza e programmazione .

* Marisa Gigliotti, architetto

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