Soverato, sospetta usura bancaria. Procura sospende esecuzione nei confronti di ditta locale.

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Foto usurabancaria.it

Il 30 marzo scorso il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro ha accolto un’istanza di sospensione presentata dal titolare di una ditta srl soveratese che era finita sotto pignoramento per debiti con un istituto di credito. Il giorno successivo, 31 marzo 2016, era prevista un’asta pubblica per la vendita del patrimonio immobiliare dell’azienda e di quello personale dell’amministratore unico e del socio. Grazie al provvedimento urgente del magistrato, invece, la procedura esecutiva e tutti gli altri adempimenti connessi sono sospesi per 300 giorni, un lasso di tempo che permetterà agli imprenditori di cercare un accordo per il rientro del debito senza la spada di Damocle che da anni pesava sul loro capo. E’ una delle primissime volte che in zona trova applicazione il beneficio previsto dall’articolo 20 della legge 44/99  sul Fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive e dell’usura”  La vicenda giudiziaria ha inizio nel 2012, quando i titolari di una ditta cittadina si trovano in difficoltà a far fronte al piano di ammortamento di un mutuo ipotecario di circa 600 mila euro concesso nel 2006 da un istituto di credito del soveratese. Secondo la ricostruzione del legale della ditta, l’avvocato Vittorio Sica, che ha ottenuto la sospensione della procedura esecutiva, per anni le rate erano state regolarmente pagate fino alla quasi totale copertura dell’importo erogato, quando poi sarebbe subentrato un periodo di crisi.

“Nel 2012 l’istituto di credito che ha erogato il mutuo dà il via alla procedura esecutiva con il pignoramento degli immobili e dei beni personali di proprietà degli imprenditori. Beni stimati inizialmente circa dieci volte il debito. L’eventualità della svendita del patrimonio è stata scongiurata dall’applicazione, in via urgente, dell’articolo 20 della legge a sostegno delle vittime di usura”, spiega ancora Sica, che racconta di “aver sin da subito sospettato la presenza di usura, in particolare per come erano concepiti i compensi per la banca dal contratto di mutuo”. Nel marzo scorso la ditta sporge quindi denuncia-querela nei confronti dell’istituto di credito e presenta l’istanza di accesso al Fondo di solidarietà per le vittime di usura. “Ciò significa che se la banca commette il reato di usura, il povero cliente dovrà pagare solo il capitale che ha preso in prestito e non anche gli interessi. Diverse le pronunce della Suprema Corte in merito e lenta ma costante l’evoluzione della tutela delle vittime di usura bancaria”, rileva l’avvocato soveratese. 

“Appare strano pensare alla banca quando parliamo di usura ma, al contrario, le modifiche del 1996 al codice penale vanno proprio nella direzione di controllo dell’attività bancaria. Il provvedimento di sospensione dimostra  la sensibilità dello Stato per il settore del credito, tutelato anche dall’articolo 47 della Costituzione. Sono sempre più frequenti in Italia le cause dei clienti alle banche segno della crescente insofferenza verso rapporti che, troppo spesso, sono squilibrati a favore degli istituti di credito“, conclude Sica, ricordando a chi si trovi in situazioni simili di rivolgersi subito a un esperto, vale a dire un legale, per valutare le opportunità di tutela previste dalla legge. Le indagini per acclarare il reato di usura ed estorsione proseguiranno ora da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro. Qualora fosse accertato il reato, gli imprenditori potrebbero vedersi riconosciuto un risarcimento e da debitori potrebbero addirittura risultare creditori della banca.

Teresa Pittelli

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