Soverato, raccolta porta a porta: per gli amici del mastello…

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    Mastelli dell'organico di De Filippis e condomino

    A inizio settimana, con malcelata commozione, ho gettato l’ultimo sacchetto di spazzatura non differenziata.  Avrei voluto abbracciare l’operaio della Mea che stava svuotando e ribaltando il mio cassonetto preferito, ma ho chiesto più semplicemente il permesso di avvicinarmi al compattatore per lanciare, con mano ferma e occhi umidi, “i miei rifiuti” nel rutilante mondo del camion che tutto ingoia e porta via.
    Per un attimo ho pensato anche di andare a prendere il frigo o il materasso di casa per poterli abbandonare accanto ai cassonetti ormai inutili, ma i miei familiari non me lo avrebbero permesso. Ho detto, allora, all’operatore ecologico: “E’ possibile fare un selfie ?”; il camion, lui, io ed il sacchetto. Lo sguardo interlocutorio e stupito dell’uomo mi ha spinto a desistere.

    Stavo vivendo un momento di svolta epocale e non avevo nessuno con cui condividere un’emozione così profonda! Nel giorno dell’allunaggio tutti si strinsero trepidanti intorno alla televisione; in occasione della vittoria mondiale dell’82 la festa coinvolse intere città : questa volta … niente. Triste e senza sacchetto ho potuto soltanto fare una passeggiata lungo tutti i luoghi di Soverato che, per anni,  hanno ospitato i meravigliosi cassonetti colorati con i quali ho condiviso migliaia di momenti catartici.
    Mi sono fatto forza, ho stretto i denti, e sono tornato a casa, aggrappandomi, fisicamente e moralmente ai due robusti contenitori, nuovi di zecca, che ho religiosamente sistemato in un angolo del balcone.

    Ho accarezzato il piccolo, ma fondamentale, mastello destinato alla complessa raccolta dell’umido; le buste, di un candido bianco che rappresentano una preziosa dotazione da conservare gelosamente e utilizzare con parsimonia. Ho letto e riletto, con avida voglia di apprendere, il volantino plastificato contenente quasi tutte le informazioni necessarie per adempiere al meglio agli obblighi della raccolta differenziata. Non volendo farmi mancare nulla, ho cercato anche un contatto umano telefonando ai numeri indicati. Non ho avuto fortuna con il primo, trovandolo inizialmente occupato e poi collegato a un fax; al secondo, invece, mi ha risposto una gentile voce femminile con la quale ho parlato piacevolmente per un paio di minuti senza, però, aggiungere nulla alle conoscenze da me già acquisite.

    Infine, alla mezzanotte del primo giorno di giugno, emozionato come uno scolaretto delle  elementari, ho chiuso il sacchetto dell’umido, ho infilato, non senza un piccolo tremore, il tutto nel mastello previsto e ho accompagnato quest’ultimo giù per le scale del mio condominio, zona marina, fino alla soglia del portone. E lì è avvenuto il distacco: sembrava fosse una cosa normale e naturale, un gesto semplice e quasi abituale, eppure sono rimasto quasi cento secondi a chiedermi : “E adesso, lo lascio solo? Verrà qualcuno nottetempo a svuotarlo? Faranno così anche gli altri condomini?”. Mi sono rincuorato quando anche l’Amico del III piano ha portato giù il suo contenitore: ero rimasto sul balcone per controllare i “movimenti” intorno al mastello.

    Il 2 giugno è il giorno della nascita della Repubblica, la data in cui si festeggia l’Italia libera e democratica. E io alle prime luci dell’alba, prima ancora di sventolare il tricolore, ho controllato se la raccolta fosse avvenuta. Ebbene … funziona! Il mastello, tronfio e superbo, è proprio dove lo avevo lasciato, insieme ad altri suoi simili, pulito e privo del suo contenuto, raccolto durante le ore notturne. Allo stesso modo di quando correvo verso il camino per svuotare la calza della Befana, sono schizzato a recuperarlo, coccolandolo, dopo questa sua prima esperienza in esterna.

    Resta il dubbio su dove vadano inseriti l’alluminio e la carta stagnola (ma studierò meglio il volantino), su come bisognerà procurarsi le buste per l’indifferenziata, ma la soddisfazione per un momento storico vissuto da protagonista, rimane e per ora supera le perplessità. Grazie a un piccolo gesto compiuto da tanti suoi cittadini, Soverato  muove un passo determinante sulla strada del progresso e della civiltà. E stasera? Ho già pronti i contenitori in tetrapack e tante altre cosette che mi permetteranno di continuare a vivere un’avventura esaltante e meravigliosa: se questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi!

    Giorgio de Filippis

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