Soverato, Showdown 3: i dettagli sui tre arresti di questa mattina.

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Showdown 3Sono Massimiliano Sestito (già detenuto), Cosimo Zaffino, residente a Gagliato e Piero Catanzariti, di Soverato, i tre arrestati questa notte dal Nucleo investigativo carabinieri di Catanzaro insieme a uomini della Compagnia di Soverato, tutti e tre ritenuti affiliati alla cosca Sia-Procopio-Tripodi. La misura della custodia in carcere è scattata ieri con l’ordinanza firmata dalla giudice per le indagini preliminari Giovanna Gioia, ordinanza che parla di “forte contesto criminogeno” oltre che di comportamenti “recidivi” riguardo ai fatti contestati ai tre uomini, tutti elementi che secondo il magistrato richiedono dunque la misura detentiva.

Il reato contestato è l’associazione di tipo mafioso di cui al 416 bis del codice penale, dal momento che Sestito, Zaffino e Catanzariti sono ritenuti rispettivamente “a capo della ‘ndrina di Gagliato” (Sestito), e partecipi con ruoli attivi (gli altri due), della cosca ‘ndranghetistica Sia-Procopio-Tripodi la cui esistenza è stata accertata con due sentenze: n. 185/2013 del Gup e n. 1287/2015 del Tribunale di Catanzaro. A Sestito in particolare viene imputato – si legge nell’ordinanza – di aver deciso e diretto estorsioni a imprenditori nella zona di Gagliato nonostante fosse stato detenuto, per il tramite del fratello Davide; di operare nel traffico degli stupefacenti, di aver affiliato Giovanni Cretarola (indagato insieme a Francesco Fiorentino nella stessa inchiesta e come lui collaboratore di giustizia, entrambi non raggiunti da provvedimenti cautelari, ndr). Secondo la gip, che ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Vincenzo Capomolla e Graziella Viscomi, Sestito aveva coinvolto nell’organizzazione Cretarola “istruendolo come suo braccio operativo”, e in genere “confrontandosi costantemente con elementi di spicco della cosca come Fiorito Procopio e Michele Lentini“.

Zaffino viene invece considerato un operativo a disposizione dell’organizzazione, attivo negli atti intimidatori a scopo estorsivo come gli incendi e nel traffico di stupefacenti in relazione alla coltivazione della marijuana. Attivo nell’organizzazione, secondo i giudici catanzaresi, anche Catanzariti, in particolare nella guardiania alle discoteche e nella raccolta di fondi per i detenuti e le loro famiglie. Si chiude così, grazie alle indagini investigative dei carabinieri e dei magistrati inquirenti nell’entroterra soveratese, il terzo atto della “saga” Showdown, che ha portato in arresto e poi a condanne definitive i maggiori esponenti della cosca che si è resa protagonista, a partire dal 2008, di una cruenta faida per il controllo del territorio. I particolari dell’operazione, con gli esiti investigativi che hanno portato ai tre ulteriori arresti di oggi, sono stati resi noti stamattina in una conferenza stampa alla presenza del procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, del tenente colonnello Alceo Greco, alla guida del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Catanzaro, del tenente Fabio Vinicelli e del comandante della stazione di Soverato, Giuseppe Di Cello.

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