Soverato, per l’ex “Comac” muri pericolanti dopo i lavori? I dubbi di un architetto.

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Lavori datati fine maggio all'ex Comac

(Di seguito l’intervento critico di un architetto del luogo rispetto ai recenti lavori di bonifica condotti dal Comune sull’immobile “ex Comac”, che si appresta a diventare sede di eventi estivi: a giorni si saprà il nome del vincitore dell’avviso pubblico per l’organizzazione di esibizioni, manifestazioni culturali e concerti, ndr).

Lo stato dell’arte dell’ area ex “Comac”: da qualche settimana si stanno svolgendo opere di demolizione e di intervento all’interno dell’ex capannone “Comac”, senza alcun cartello che evidenzi gli interventi in atto come dovrebbe essere in ottemperanza alle leggi che regolano operazioni di tale natura. Premesso che la rimozione del manto di copertura in eternit degli scorsi anni era indispensabile, ritengo  che le successive operazioni siano state svolte nell’ambito di un progetto regolarmente redatto dal proprietario dell’immobile e approvato anche dalla soprintendenza ai beni storici ed artistici, appartenendo l’immobile alle testimonianze di archeologia industriale e dunque occorrendo il rispetto del ripristino delle caratteristiche architettoniche, nonché di quelle inerenti anche la staticità e la sicurezza dell’edificio.

Da un esame visivo di quello che si percepisce si evince, però, che allo stato attuale la rimozione delle capriate, oltre ad avere snaturato l’identità  dell’immobile appartenente alla storia di Soverato, ha anche indebolito anziché migliorato la situazione. E’ ora in evidenza anche la precarietà degli stessi massi murari laterali che sono liberi da collegamenti e che non sono altro che murature a due teste di mattoni intercalate da pilastri sempre in mattoni (di quattro teste), sormontati da travi in cemento armato, in un sistema di muratura mista che andrebbe verificato nel suo insieme (di seguito l’allegato con la scheda dell’edificio). La rimozione delle grandi porte di accesso rende ancora più problematica la sicurezza per chi potrebbe accedere in qualsiasi momento nell’area durante i lavori o di notte  senza alcun controllo.

Marisa Gigliotti, architetto e rappresentante Slow Food versante ionico

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