Soverato: ordinanze anti-rumore alla prova del weekend. Meglio ma il disagio resta…

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Soverato: ordinanze anti-rumore alla prova dei primi fine settimana. A dieci giorni dalla loro adozione, decisa  per dare una risposta a una buona fetta della cittadinanza esasperata dal frastuono della movida estiva, in molti hanno riscontrato un primo passo in avanti. Ma la situazione è ancora ben lontana dall’essere risolta definitivamente. Messe alla prova del torrido e affollato weekend, le nuove regole volute dal sindaco Ernesto Alecci non sono certo riuscite a far scomparire del tutto il disagio manifestato dai residenti delle zone più esposte al chiasso delle ore piccole. Del resto, pur avendo spinto la maggior parte di discoteche e discopub ad adeguarsi al “nuovo corso”, lo spettro delle sanzioni (che oscillano dal pagamento di multe salate fino alla sospensione dell’attività da tre a quindici giorni) si è rivelato inutile per alcuni locali notturni.

A testimoniarlo sono diversi residenti delle zone vicine al campetto “Ippica”, mentre chi abita in via Chiarello, via Poliporto e nelle strade adiacenti riconosce un netto miglioramento. “La situazione non è cambiata molto: il baccano continua a disturbarci specialmente il sabato sera”, riferisce Mariella Parisi, residente in via Indipendenza. “Per quello che ho potuto verificare io le cose sembrano migliorate. Il Miramare si è sentito davvero poco e altrettanto il Sombrero. Speriamo che si vada avanti così”, racconta invece Giuseppina Carchidi, residente in via Chiarello. Un fine settimana a tinte alterne sul fronte dell’impatto acustico della movida, quindi, anche se Giuseppe Grande – capofila dei cittadini afflitti dai rumori notturni – assicura di aver ricevuto vari messaggi “devastanti” venerdì e sabato. “Sono molte le persone che continuano a lamentare il problema. Personalmente posso dire con certezza che un locale che va per la maggiore nella parte alta della città, pur mantenendo livelli audio accettabili, ha permesso al suo vocalist di urlare ben oltre le 2 di notte previste dall’ordinanza. Da qui una riflessione: se hanno lavorato a livelli acustici accettabili, vuol dire che non c’è la necessità di sparare musica a tutto volume”.

E il sindaco? “Mi auguro che quei due o tre locali restii a seguire le regole cambino idea entro la prossima settimana. A ogni modo se la situazione non si risolverà totalmente, per pochi esercenti dovranno pagare tutti. Il Comune agirà in modo ancora più restrittivo”, garantisce Alecci, lamentando di non aver ottenuto finora alcuna collaborazione da parte dell’Arpacal.

Francesco Caponio

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