Soverato, Scarpina e litorale: via ai lavori anti-erosione. Tar nega sospensiva aggiudicazione.

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Via ai lavori anti-erosione costiera aggiudicati in via definitiva dalla Regione a fine novembre 2015 alla società Icogen srl, che ha partecipato alla gara insieme all’ingegnere soveratese Maurizio Benvenuto. Il Tar Calabria, con ordinanza dello scorso 19 gennaio, ha rigettato la richiesta di annullamento del decreto regionale che affida i lavori alla Icogen, chiedendo anche la sospensione della sua efficacia. Richiesta avanzata dalla ditta Silem – Studio ingegneristico Taverriti, arrivata seconda dopo una complessa vicenda burocratica che l’aveva vista in un primo tempo vincere la gara, ma poi esserne esclusa a un più attento esame della Regione. L’istanza cautelare avanzata dalla Silem, difesa dall’avvocato Fabio Saitta (il legale che difende il Comune di Soverato nel giudizio davanti al Tar promosso dalla ditta Procopio per l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva dei lavori del waterfront, ndr), è stata però respinta dai giudici amministrativi. Che hanno riconosciuto “profili di fondatezza” del ricorso incidentale della Icogen, difesa dall’avvocato Raimondo Alaimo, e hanno fissato al prossimo 23 marzo l’esame del merito.

Il progetto integrato per il completamento delle opere di difesa costiera e ricostruzione del litorale Copanello – Punta Stilo, al di là dell’esito giudiziario di merito, in un modo o nell’altro andrà comunque avanti con l’inizio dei lavori, che secondo le previsioni dei tecnici coinvolti potrebbero iniziare già in maggio. Con l’idea di concluderli subito dopo l’estate. L’intervento da circa 1,3 milioni di euro, finanziato con fondi europei, prevede il ripascimento della spiaggia di Isca, nei pressi del campeggio La Mimosa, dove esiste una grossa erosione costiera che interessa circa 55 mila metri cubi di sabbia. Tra le opere che interessano Soverato, invece, ci sarebbe lo spostamento dei massi in calcestruzzo attualmente presenti sulla spiaggia del litorale sud, massi che verranno “salpati” a formare una barriera in acqua ai fini di un ripascimento naturale; a nord, invece, nella zona della “Scarpina” si creerà una cosiddetta “soffolta”, cioè una barriera sott’acqua lunga 180 metri in massi naturali, sempre per contrastare l’erosione.

Il progetto ha diviso in maniera molto forte le opinioni a Soverato, nel corso degli ultimi anni, con la battaglia portata avanti dal Comitato Salviamo La Scarpina tra il 2014 e il 2015, che ha ricevuto il sostegno di altre associazioni ambientaliste. Alle loro ragioni, che mettono l’accento sul pericolo per l’ambiente e l’habitat naturale del cavalluccio marino rappresentato dalle opere, si oppone invece la visione che sta alla base del progetto approvato dalla Regione, relativo alla necessità di difesa costiera.

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