Supercinema Soverato: l’altra “verità” sulla chiusura. Parla Virgilio De Lorenzo

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Supercinema Soverato

Una verità diversa, o forse la stessa ma raccontata da un altro punto di vista, sulla “fine” del Supercinema di Soverato. Un finale che si spera ancora tutto da scrivere, anche se di fatto i cancelli della storica sala cittadina sono stati sigillati martedì 10 novembre, esattamente due settimane fa. Abbiamo più volte ospitato il grido di allarme dei titolari fratelli Fusto, titolari del Supercinema che – da comproprietari – si ritengono ingiustamente privati delle chiavi della sala da loro gestita per 33 anni. E’ giusto sentire ora l’altra campana. “Il Supercinema fu creato da mio padre Adolfo nel ’56, quasi sessanta anni fa. Lui e il suo gruppo di amici visionari e appassionati, tra i quali Sebastiano Potenza, ci misero l’anima e il cuore”, racconta Virgilio De Lorenzo, comproprietario dell’immobile di via Sorelle Scoppa, che insieme ai fratelli Potenza (tutti assistiti dall’avvocato Bruno Napoli) ha ottenuto dopo anni di contenzioso lo sfratto dei Fusto, con conseguente sospensione dell’attività.

Come si è arrivati all’attuale, drammatica, situazione?

“Negli anni ’80 il cinema passò in gestione ai Fusto dopo che la proprietà si era dispersa, con i Potenza lontano da Soverato e i Cinelli a loro volta frammentati in molti eredi. Purtroppo nel tempo il rapporto con i Fusto si è logorato. Ci sono stati molti passaggi anche dolorosi che non sono emersi dai resoconti stampa, c’è un contenzioso in corso per la regolarità dell’acquisto da parte loro della quota di mia sorella, ad esempio, acquisto che ritengo lesivo del mio diritto di prelazione”, elenca De Lorenzo. Ci sono stati anche alcuni incontri per tentare un accordo, come quello dello scorso aprile nello studio dell’avvocato Mosca a Soverato, al quale hanno partecipato anche i Potenza venuti apposta da Roma.

Quali sono i motivi del disaccordo?

Gli argomenti in discussione possono essere diversi, la revisione del canone, le migliorie realizzate nel 2002 da loro, è vero, ma senza condivisione da parte nostra. In ogni caso non si riesce a uscire dal circolo vizioso dei contenziosi intentati contro di noi, e questo nonostante ci sia una sentenza esecutiva della Cassazione di giugno 2014 che ci da definitivamente ragione; e nonostante il tribunale si sia pronunciato nei giorni scorsi rigettando l’opposizione allo sfratto esecutivo avanzata dai Fusto. Abbiamo dunque atteso pazientemente e in silenzio un anno e mezzo per eseguire la sentenza: mi sembra ingiusto e sbagliato averci dipinti come frettolosi di chiudere il cinema della città.

Non si sente un po’ “in colpa” per la chiusura del Supercinema? Grandi e bimbi non hanno più la sala dove sono cresciuti o speravano di crescere, sala negli anni messa in sicurezza, digitalizzata e all’avanguardia.

A me dispiace che l’attività adesso sia chiusa. Io in questi trent’anni ho accettato per onorare la memoria di mio padre di andare avanti con una situazione in cui è venuta a mancare la fiducia nella controparte, e in cui si finisce con il rimetterci di tasca propria. Ora però non è più possibile imporre il mio punto di vista agli altri comproprietari e costringerli a subire condizioni per noi non più accettabili. Io amo il cinema e vivo a Soverato: mi auguro che questo bene resti un patrimonio culturale per la città. Non posso decidere per gli altri, ma spero che la soluzione che troveremo preservi questo orientamento. In che modo, con quali persone e con quali risorse, però, è ancora presto per dirlo (riproduzione riservata).

Teresa Pittelli

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